venerdì 21 agosto 2015

UN BEL BAVAGLIO ALL’INFORMAZIONE E TUTTO E’ RISOLTO !!




Il Nuovo Centrodestra è da sempre in prima fila nel sostenere che l’omofobia sia un’opinione e che la libertà di opinione debba permettere di provocare danni o morti alle proprie vittime. Eppure quando si tratta di tutelare i potenti dalla denuncia del malaffare, è proprio dai banchi del Ncd che arriva una mozione volta a chiedere dai 6 mesi ai 4 anni di carcere per chiunque diffonda le intercettazioni. Intercettazioni che, è bene ricordarlo, ad oggi rappresentano il principale metodo che ha permesso di scoprire i grandi scanbdalid el nostro Paese.
A cinque anni dal fallito tentativo di Berlusconi, il governo sta nuovamente cercando di introdurre una nuova legge bavaglio che possa tutelare i potenti. Il,l tutto con una fretta disarmante: per discutere dei diritti civili dei cittadini non sono bastati due anni ma e per tutelare gli interessi dei potenti si è ricorsi ad una cortsia preferenziale.
«Non volete le intercettazioni perché ne avete paura, perché avete sempre qualcosa da nascondere e da temere, la trasparenza è vostra nemica naturale -attaccano i deputatiM5S- I partiti vogliono punire severamente i giornalisti che si azzarderanno a pubblicare le intercettazioni, portando a compimento quel “bavaglio” che neanche Berlusconi era riuscito a mettere. Questo perché le intercettazioni finora hanno rappresentato lo strumento più incisivo per scovare casi di malaffare, corruzione, scambi di tangenti e mazzette, e per far conoscere ai cittadini tutti gli scandali politici. MoseExpo, soldi pubblici alla Lega Nord, connivenze di Mafia capitale, il rolex e i lavori al figlio di Lupi, consigli di politici sul come eludere le leggi fino alla scia di ricatti che ha portato Matteo Renzi a Palazzo Chigi e al caso De Vincenti su Tirreno Power. Su questa strada, però, i partiti troveranno la nostra durissima opposizione: siamo pronti a dar battaglia per difendere le intercettazioni e la libertà d’informazione».
fonte: http://gayburg.blogspot.it/2015/07/intercettazioni-il-governo-vuole-una.html

giovedì 20 agosto 2015

Questo Renzi non ve lo dice...



Ha ragione Matteo Renzi: l’Italia cresce e anche con un’invidiabile velocità. Il guaio è che cresce dove non conviene. In due anni e mezzo di legislatura, nonostante la decadenza del pregiudicato Silvio Berlusconi, in Parlamento è cresciuto a dismisura il numero di indagati, imputati e condannati.
AGLI INIZI del 2013, catapultati con i listini blindati del Porcellum per il varo della nuova legislatura, superavano di poco i quaranta (42). Adesso sono ottanta. Senza considerare quelli che hanno problemi con la giustizia amministrativa e, in diversi casi, già hanno restituito dei soldi pubblici.
Il governo ha sempre sostenuto la linea garantista. Fu il ministro Maria Elena Boschi, appena insediato l’esecutivo di Renzi, a difendere i sottosegretari indagati. Nel frattempo, alcuni aspettano il processo, altri ne sono usciti. Va evidenziato che nel 2013 la schiera più folta era quella del Popolo della libertà, ma gli eredi – i partiti di Angelino Alfano, Raffaele Fitto e Denis Verdini – mantengono la tradizione della casa arruolando decine di inquisiti.
Renzi e la crescita: temi che coinvolgono e travolgono il Nazareno. Nel febbraio 2013, mese di elezioni politiche, il segretario era Pier Luigi Bersani e, scavando negli archivi, si scopre che gli impresentabili dem erano “soltanto” sette su quaranta. A dicembre, poi, Renzi ha conquistato il partito, un paio di mesi prima di espugnare pure Palazzo Chigi . Sarà il troppo garantistico oppure sarà una beffarda coincidenza, ma il Pd è cresciuto più di tutti: i 7 sono diventati 23,e di mezzo c’è pure l’arrestato (ora ai domiciliari) Francantonio Genovese.
NON DELUDE il Nuovo Centrodestra di Alfano, che si conferma in forma smagliante, e aggiunge indagati su indagati con solida costanza. E se capita a Ncd di perdere per un periodo un senatore – vedi il caso di AntonioAzzollini–icolleghilo salvano e poi esultano.
La formazione di Verdini, che di recente ha festeggiato il quinto rinvio a giudizio, si fa notare per una densissima presenza di impresentabili e, ovviamente, il capitano è l’ex macellaio Denis.
E pensare che, rispetto al primo giorno di legislatura, questo Parlamento è orfano di tanti protagonisti del settore: il plurinquisito Berlusconi (che ha già scontato il servizio civile per la frode Mediaset), il condannato (prescritto) Lorenzo Cesa che ha preferito l’Europa (come Raffaele Fitto, anch’egli nei guai con la giustizia) e il fresco di rinvio a giudizio Nichi Vendola per la vicenda Ilva.

Gravissima accusa di di Battista: Il 12 e 13 giugno..

Gravissima accusa di di Battista: Il 12 e 13 giugno 2011 VENTICINQUE MILIONI DI ITALIANI hanno votato per rendere la gestione dell’acqua PUBBLICA! Ma solo ieri il PD ha bocciato l’emendamento del M5s per far rispettare il referendum !!



Il 12 e 13 giugno 2011 VENTICINQUE MILIONI DI ITALIANI hanno votato per rendere la gestione del servizio idrico PUBBLICA! L’acqua non deve essere una merce. Ad oggi il referendum è ancora disatteso.
Ieri il M5S ha proposto un emendamento per farlo rispettare. Il PD l’ha bocciato. Quanti elettori del PD hanno votato SI’ a quel referendum? Quanti elettori del PD vogliono l’acqua pubblica? Quanti elettori del PD sono ancora disposti ad ingoiare l’ennesima porcata che viene dal loro partito?
E’ difficile prendere atto del fallimento, me ne rendo conto, ma prima lo fate e meglio è. Il PD è un comitato d’affari, altro che un partito democratico.

mercoledì 19 agosto 2015

Case quirinalizie, dopo i tagli resta il privilegio.


CASTA E PALAZZI La presidenza della Repubblica risponde al Fatto rivendicando il proprio operato. Ma conferma gli affitti di favore.



L’articolo del Fatto Quotidiano del 15 agosto,relativo alle recenti decisioni assunte in tema di alloggi di servizio dalla Presidenza della Repubblica, non coglie appieno la portata delle nuove disposizioni”.   IL QUIRINALE INIZIA così la lettera inviata al nostro giornale, e pubblicata qui sotto, dopo il decreto presidenziale sugli alloggi di servizi dati in“concessione”.   Quello che la Presidenza della Repubblica propone è un altro punto di vista di una notizia che non viene smentita.
Punto di vista pienamente accolto ieri da diversi organi di stampa che, dopo la pubblicazione della notizia da parte del Fatto, hanno ripreso titolato: “Tagli al Quirinale, Mattarella: ‘Via chi non ha i requisiti’”. Un modo per rivendicare la funzione di moralizzazione del Presidente.   Che Sergio Mattarella abbia fatto dei tagli è vero: da settembre,infatti,si deciderà a chi dare gli appartamenti ‘di servizio’,liberando anche“vaste aree immobiliari vicino al Quirinale,che quindi saranno destinate a un uso pubblico”.   Gli alloggi verranno distribuiti tra il personale del Segretariato Generale ma solo a chi è ritenuto necessariamente reperibile 24 ore su 24,anche oltre l’orario d’ufficio. Si produrrà, così, “un risparmio di denaro pubblico” mentre il nuovo regolamento punta a mettere fine“all’esistenza di alloggi di servizio non motivata da esigenze dell’Amministrazione”. La preoccupazione per gli sprechi di denaro pubblico e l’ansia di dare segnali positivi in tal senso caratterizza l’azione del Quirinale dal momento del suo insediamento. Nell’articolo pubblicato dal Fatto,però, scrivevamo che il canone che dovrà pagare il personale selezionato, sarà di gran lunga   inferiore a quello degli affitti in zone così centrali a   Roma.   SECONDO IL DECRETO firmato il 6 agosto sui 58 appartamenti che fanno parte del Fabbricato San Felice, di quello Martinucci, delle Scuderie d a T i r o e d e l P a l a z z o d i Sant’andrea,“gli alloggi di servizio sono assegnati, anche secondo un principio di rotazione,al personale del Segretariato generale chiamato a svolgere funzioni e mansioni la cui piena ed effettiva continuità di esercizio è ritenuta strettamente necessaria per il buon andamento e l’efficienza dell’Amministrazione”. Chi rientrerà in questa categoria dovrà pagare un canone (oltre le utenze e il secondo parcheggio) assai ridotto rispetto ai prezzi di mercato. Come stabilito dall’articolo 8 dello stesso decreto, “3 euro e 60 al metro quadrato, per i primi cento metri;5 euro e 40 al metro quadrato, per i metri quadrati eccedenti i primi cento”.
Articolo intero su Il Fatto Quotidiano del 17/08/2015.

mercoledì 12 agosto 2015

Ufficiale, PROIBITO IL CROCIFISSO DALLE SCUOLE.




Sentenza storica della corte europea. Secondo quanto afferma il giudice tedesco Berg Bilden, il crocifisso dovrà essere rimosso dalle scuole e dagli uffici pubblici in tutta Europa. Tutto è iniziato anni fa, quando l’associazione atea “SIN DIOS” ha raccolto e protocollato le richieste di buddisti, induisti, islamici, shintoisti presenti sul territorio europeo. I fedeli di queste religioni, infatti, non si sentirebbero rappresentati dal simbolo cristiano.
Il presidente dei “SIN DIOS” ha detto: “Giusta la sentenza del giudice Bilden. Ogni Stato europeo è, prima che cristiano, laico. L’iconografia religiosa, di alcun tipo, nei luoghi pubblici, appare quindi, fastidiosa, sbagliata. Questo non è un atto iconoclasta, di distruzione della storia e delle tradizioni, è invece un atto di civiltà. Siamo felici che la nostra associazione si sia battuta strenuamente e vittoriosamente per una battaglia simile”.
Non ci sta però il vescovo di Cracovia Immanuel Perlacroce che ai nostri microfoni ha dichiarato: “Scandaloso. Pensate se avessimo detto venti anni fa ai nostri genitori, ai nostri nonni, che non avremmo avuto nemmeno il diritto di mostrare in questa terra, cristiana da sempre, i simboli della nostra fede. Sarebbe stato impossibile un tempo. Una sentenza di un giudice senza memoria cancella secoli di cultura, storia, religione. Faremo ricorso”. Dal Vaticano ancora nessuna voce di protesta. Per ora l’unica nota di colore dal mondo cattolico italiano proviene dal prete di Vergate sul Membro Don Andrei che ha detto: “Coi crocifissi curo la gente. Come può un giudice non capire l’importanza della croce che ci protegge da mali di ogni sorta. Vedrete che nei prossimi mesi accadrà qualcosa di brutto senza i nostri simboli ovunque.” Il noto intellettuale Diego Figa ha parlato di attacco all’Europa: “Il capitalismo ha ormai colonizzato ogni spazio del presente. Dall’economia alla mente, ai simboli. Ci vogliono macchine depensanti al servizio dell’industria unica e delle banche. Dobbiamo fortemente schierarci contro questo modello di Europa.” Siamo di fronte alla fine dell’Europa Cristiana? Staremo a vedere

Papa Francesco ai fedeli: “Corano e Bibbia sono la stessa cosa”.


Oggi, durante l'udienza generale  il Papa a Roma ha fatto un discorso molto importante sull’importanza della tolleranza religiosa. Durante il suo lungo discorso, un sorridente Papa Francesco ha spiegato come secondo lui il Corano e gli insegnamenti spirituali in esso contenute, sono altrettanto validi come la Sacra Bibbia.
“Gesù Cristo, il Signore, Allah. Questi sono tutti i nomi utilizzati per descrivere un’entità che è decisamente la stessa in tutto il mondo. Per secoli, il sangue è stato versato inutilmente a causa del desiderio di separare le nostre fedi. Questo, comunque, dovrebbe essere il concetto che ci unisce come persone, come nazioni, e come un mondo vincolato dalla fede. Insieme, siamo in grado di determinare un periodo di pace senza precedenti, tutti dobbiamo assolutamente avere rispetto per ogni altro credo, perché siamo tutti figli di Dio, indipendentemente dalla denominazione della nostra religione e del nostro Dio. Siamo in grado di realizzare le cose miracolose nel mondo unendo la nostra fede, e il tempo per farlo, è adesso. Corano e Bibbia, due facce della stessa medaglia, di uno stesso Dio”.
Il Papa aveva già attirato a se dure critiche a dicembre, dopo essere uscita una foto raffigurante Papa Francesco che bacia un Corano. La foto è stata scattata durante un incontro con i leader musulmani dopo una lunga preghiera musulmana tenuta in Vaticano.
Francesco sembra essere fortemente determinato nel trovare una unione fra le due Fedi, e mettere fine all’intolleranza che da secoli affligge le due più diffuse religioni al mondo.
Il Vaticano si incontrerà di nuovo con i leader musulmani a fine settembre dove hanno intenzione di parlare di ulteriori misure che possono essere adottate per unire le due religioni, in un unico credo più forte e pacifico

NASCE IL PRIMO PARTITO ROM IN ITALIA, A SOSTEGNO DELLA COMUNITA’ ROM.



La questione rom è da mesi sulla bocca di tutti. “Basta campi rom” è un mantra che sentiamo ripetere da una sponda politica all’altra in toni più o meno duri, nei talk show come sui giornali. Ma finora il problema è ancora vivo e la soluzione sembra parecchio lontana.
C’è chi definisce i campi i “lager” del terzo millennio: secondo Amnesty International, la segregazione dei campi rom fuori città rende difficile per i bambini andare a scuola regolarmente e per gli adulti trovare lavoro (a fine febbraio, Amnesty, insieme ad altre associazioni per i diritti umani, aveva denunciato, in una lettera al Comune di Roma, la discriminazione messa in atto nei confronti di rom e sinti); c’è, invece, chi focalizza l’attenzione sulle attività illegali che i rom svolgerebbero, sul poco controllo che ci sarebbe all’interno dei campi, invocando, a mo’ di slogan, sgomberi e ruspe. In tutto questo marasma generale, ove ogni opinione pare uguale all’altra e pare disperdersi nel nulla, prende forma una voce controcorrente che cerca di inquadrare il problema da un’altra prospettiva: non più “contro i rom” ma “con i rom”, dalla parte dei rom.
Durante la conferenza stampa, tenutasi, a Roma, nel campo di via Cesare Lombroso, Imer Dascha, leader del movimento, ha detto:”In Italia, ci sono circa 160 000 rom, di questi, il 60% sono cittadini italiani, quindi aventi diritto al voto. Finora molti rom e sinti, non sentendosi rappresentati politicamente, hanno preferito astenersi; è bene quindi fondare un partito che possa convogliare questi voti fino a questo momento inespressi”. Non si conosce ancora quale sarà il nome del partito, fonti vicine alla comunità ci dicono che probabilmente alla fine verrà scelto il nome“NOI ROM”, oppure il più colorito “LEGA ROM”, sta di fatto che, viste le affluenze bassissime delle recenti elezioni regionali, il partito rom potrebbe raggiungere risultati importanti, toccando percentuali anche significative.
Ancora da chiarire in che area del parlamento il movimento potrà collocarsi. Marco Pannella, leader storico dei Radicali, ha detto:” Oggi è un bel giorno per la democrazia. È giusto che, in maniera non violenta, possa esprimersi ogni minoranza”. Nel centrodestra e nel Partito Democratico ancora nessuno ha lasciato dichiarazioni, forse cercando ancora di capire come possa in futuro svilupparsi il movimento e quanto conveniente sia stringere o meno alleanze. Nei prossimi giorni verrà lanciato il logo e indicate le sedi nei principali capoluoghi italiani. Che sia la fine del tripolarismo e l’avvio di un quadripolarismo tutto italiano? Staremo a vedere.